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Visualizzazione dei post da giugno, 2024

kant critica del giudizio

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Tra il mondo fenomenico, di cui si dà scienza, e il regno dei fini, sottratto al determinismo e del tutto libero, c'è eterogeneità, eppure il mondo noumenico (cioè "pensato quale deve essere secondo i dettami della legge morale") deve avere qualche riflesso su quello sensibile affinché la libertà possa attuarvisi. L'attività del giudizio, argomento della Critica del giudizio (1790), deve proprio scorgere questo riflesso del regno dei fini sul mondo fenomenico e lo può fare in due modi: o come "giudizio determinante", o come "giudizio riflettente". Il caso del giudizio determinante è quello del giudizio gnoseologico e morale, in cui è già data una norma universale che permette all'intelletto e alla volontà di "determinare" il particolare, ossia il dato della scienza o l'azione della morale, "sussumendolo" sotto le categorie dell'intelletto o sotto la legge morale (per esempio: la trasformazione dell'acqua in ghiac

kant critica della ragion pratica

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L a Critica della ragion pratica (1788) si propone la ricerca delle condizioni della morale. Nell'uomo è presente una legge morale (definita un "fatto della ragione") che comanda come un imperativo categorico, ossia incondizionatamente. Questa legge del dovere comanda per la sua forma di legge, come norma che prescrive di obbedire alla ragione, e perciò a differenza della "massima" (la regola di condotta individuale) deve essere universale, principio oggettivo valido per tutti: indica come fine il rispetto della persona umana e afferma l'indipendenza della volontà come pure l'autonomia della ragione. "Il dovere per il dovere" indirizza così a quell'ordine morale, "regno dei fini", in cui il valore di un'azione dipende dalla conformità della volontà alla prescrizione della legge morale. Postulati della legge sono innanzitutto e fondamentalmente la libertà (se l'uomo non fosse libero non ci sarebbe moralità), l'immortal

kant critica della ragion pura

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Nella Critica della ragion pura (1781) Kant si propone di sottoporre a giudizio la ragione umana. Per critica della ragion pura intende l'indagine rigorosa della "facoltà della ragione riguardo a tutte le conoscenze a cui può aspirare indipendentemente da ogni esperienza" per stabilire la possibilità o meno di una metafisica come scienza. La conoscenza derivante dall'esperienza è detta "a posteriori", mentre quella indipendente dall'esperienza è chiamata "a priori" e solo essa è universale e necessaria. La conoscenza è composta da una materia (le impressioni sensibili che derivano dall'esperienza) e da una forma (l'ordine e l'unità che le nostre facoltà conferiscono alla materia). La conoscenza scientifica, come opera nella matematica e nella fisica, è una "sintesi a priori", contiene cioè "giudizi sintetici a priori": "sintetico" significa che il predicato aggiunge qualcosa di nuovo al soggetto, e &quo