Giordano Bruno

 


    Giordano Bruno è una grandissima personalità filosofica. Nasce a Nola, in Campania e si forma nel convento domenicano di Napoli. E’ un intellettuale   : un astronomo, un naturalista, uno scrittore, un esperto di tecniche della memoria ed è a tratti affascinato dalla magia. Ci troviamo di fronte ad un intellettuale a 360 gradi, che ha incarnato appieno lo spirito di libertà, di indipendenza, di molti intellettuali rinascimentali, perché è colui che è morto per le proprie idee, perciò Giordano Bruno è diventato il simbolo della libertà di pensiero.

L'amore per la natura

Giordano Bruno è un filosofo naturalista ma è un naturalista antiaristotelico: rifiuta il geocentrismo, l’idea di un universo chiuso e limitato, recuperando, invece, una concezione di Dio e dell’universo già elaborata da Niccolò Cusano (è il più grande esponente della scuola neoplatonica).

E’ un vero e proprio cantore della natura: pochissimi autori hanno decantato ed esaltato la natura come Giordano Bruno.

E’ un esaltatore della rivoluzione astronomica copernicana: Giordano Bruno legge il trattato proibito di Niccolò Copernico e sarà un copernicano quando Copernico stesso, ufficialmente, non sarà più copernicano, perché Copernico, al richiamo della Santa Inquisizione, abbandona l’insegnamento della sua nuova visione eliocentrica, perché ha paura di essere processato e condannato.

La concezione dell'universo e di Dio

Il punto di partenza di tutta la sua riflessione filosofica è l’infinito: Giordano Bruno è l’artefice della moderna concezione di infinito. L’universo bruniano è uno spazio infinito, illimitato, aperto, costituito da infiniti mondi = Bruno ha delle intuizioni naturalistiche geniali (ricordiamo che non sono intuizioni figlie di calcoli matematici, ma provenienti dallo studio di Copernico e Cusano).

L’universo è governato da un principio primo infinito, che è Dio. Per Giordano Bruno Dio è immanente e trascendente, o meglio, Dio è:

1. mens super omnia → (mente superiore, al di là di ogni cosa) = Dio è il principio primo che governa la natura, essendo TRASCENDENTE, cioè al di là della natura delle cose. Ma logicamente da un principio infinito (che è Dio) deriveranno effetti infiniti: perciò gli effetti che derivano da una mente infinita sono infiniti, cioè la natura è infinita (perché governata, causata da un Dio infinito).

Quando Dio è al di là delle cose (mens super omnia), ed essendo noi delle cose, noi non possiamo conoscerlo!

La concezione dell’amore: gli eroici furori e il mito di Atteone

Per Giordano Bruno l’eros è quello slancio vitale che anima l'uomo e l'amore che l'uomo deve vivere è l'amore per la natura e l'universo. L'amore più alto è quello verso l'universo, perciò l'uomo deve abbracciare in maniera onnicomprensiva la natura, sciogliersi nella natura.

In ciò consiste quello che Bruno chiama eroico furore: è l'amore infinito e appassionato per la conoscenza che anima il filosofo, è la traduzione naturalistica del concetto platonico di amore, in quanto mostra come l'uomo vada in cerca dell'infinito.

La natura non è nemica, la natura va amata, e per spiegarci questo Bruno ricorre ad un mito: il mito di Atteone, tratto dall’opera Degli eroici furori.

Atteone è un giovane cacciatore che un giorno esce e va a caccia; giunto in un bosco incantato, vede la dea della caccia, Diana, nuda e rimane rapito dalla sua bellezza, innamorandosi di lei. Ma la dea, accortasi di Atteone, lo trasforma in un cervo (c’è un rovesciamento dei ruoli: Atteone da predatore diventa preda), facendolo sbranare dai


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