Hobbes

 Thomas Hobbes è il filosofo e teorico dell'assolutismo. Hobbes nasce il 5 aprile 1588 e vive durante un periodo storico


abbastanza complicato soprattutto per l'Inghilterra. Lui stesso si definisce fratello gemello della paura proprio perché nasce da un parto prematuro dovuto alla notizia che l'invincibile armata (la flotta spagnola) avrebbe attaccato l'Inghilterra. Tutta la sua vita sarà segnata dunque da questa paura e infatti in questo periodo, l'Inghilterra combatte la guerra contro la Spagna, da cui la prima esce vittoriosa. Abbiamo poi, le guerre di religione, la morte di Elisabetta I, la guerra dei 30 anni, la guerra civile inglese che finirà con la dittatura di Cromwell e con la decapitazione di Carlo I Stuart. Con la morte di Cromwell, risorge la monarchia con Carlo Il Stuart.

I temi principali della filosofia di Hobbes sono due:

- il materialismo

- l'assolutismo


Il materialismo


Il materialismo riguarda la prospettiva materialistica. Hobbes afferma che, tutta la realtà è fatta da corpi, oppure oggetti "estesi" e "materiali", è proprio per questo conoscibili. I corpi sono dotati di movimento. Questa è una posizione che va in contrasto con quella di Cartesio il quale invece, aveva parlato di due sostanze la res cogitans e la Res Extensa. Questa prospettiva si traduce in una forma di meccanicismo che spiega in termini di materia e movimento, ogni realtà compresa l'anima che per Hobbes non esiste. Quindi noi possiamo conoscere il corpo e il movimento legato ai corpi.

Il meccanismo infatti, afferma che "tutto si muove con rapporti meccanici", quindi di causa ed effetto. Questo comporta anche una forma di "determinismo" cioè ogni cosa nella natura non avviene per caso, ma con uno stretto rapporto di causa-effetto. La filosofia di conseguenza si qualifica come "scienza dei corpi" e comprende:

  1. la filosofia naturale: Studia gli oggetti naturali
  2. la filosofia civile: si dedica agli oggetti artificiali e si articola in: etica e politica.

Etica

Hobbes estende il materialismo anche all'ambito etico perché è convinto che le valutazioni morali, intorno a ciò che è bene o male, siano puramente soggettivi e che nella vita non ci sia spazio per il libero arbitrio. L'uomo non è dotato di libero arbitrio, in quanto, la volontà non dipende dall'uomo stesso, ma dipende da altre cose. Il bene e il male non sono concetti a priori, ma sono legati dal desiderio o meno dell'uomo. Esso considera bene, ciò che desidera e che gli piace, considera male invece ciò che gli dispiace.


Il linguaggio


Dalla concezione materialistica deriva anche la concezione del linguaggio e della Scienza. Siccome, tutto è fatto da corpi, l'uomo si distingue dall'animale, perché in grado di dare dei nomi a questi corpi. I nomi, non sono dei valori assoluti, ma sono dei segni convenzionali con i quali noi identifichiamo le cose. Il linguaggio, è un insieme di segni convenzionali, con i quali ricordiamo e comunichiamo agli altri le nostre esperienze. Il linguaggio, è alla base del ragionamento, il quale a sua volta è visto come un calcolo cioè una addizione o sottrazione di concetti.



Hobbes e la concezione politica


Per Hobbes, l'uomo non è un animale politico come diceva Aristotele, ma è spinto verso l'altro solo dal bisogno o dal timore. In un ipotetico stato di natura Infatti, prevarrebbe l'egoismo perché nello stato di natura, ognuno gode dei diritti naturali, che sono: il diritto alla vita, il diritto alla libertà ecc. Per questo si realizzerebbe in questo stato di natura, quella condizione di guerra cioè "Tutti contro tutti" perché in ogni uomo prevarrebbe il desiderio di rivincita sugli altri cioè, il bisogno di autoconservazione e quello di soddisfare i propri desideri, che verrebbe attuato a discapito degli altri uomini; Infatti, Hobbes, parla dell'uomo come "homo, omini lupus" cioè l'uomo è il lupo degli altri uomini. In questa condizione l'uomo non potrebbe vivere perché metterebbe a repentaglio, ogni giorno la propria vita. Per uscire da questa situazione di abbruttimento, la ragione fornisce all'uomo alcuni suggerimenti che sono le leggi naturali fondamentali :

  1. La prima legge: ordina di cercare di conseguire la pace
  2. La seconda legge: prescrive di rinunciare al diritto su tutto
  3. La terza legge: obbliga ad osservare i patti.

Le leggi naturali tuttavia, non bastano a garantire la pace. Per garantire la pace, è necessario un contratto con cui gli uomini trasferiscono il proprio diritto su tutto ad un sovrano o ad un'assemblea. In questo modo, nasce lo Stato, ovvero la società civile. Quella di Hobbes è una prospettiva assolutistica perché il patto che dà origine allo stato è unilaterale e irreversibile, e concede tutti i poteri nelle mani di un sovrano o di un'assemblea; però Hobbes, preferisce parlare di sovrano perché in un'assemblea ci potrebbero essere fughe di notizie, potrebbe prevalere uno sull'altro, quindi è preferibile avere un unico sovrano. Per questo Hobbes è definito il teorico dell'assolutismo. Si parla quindi di giusnaturalismo cioè lo stato che nasce da Patti:

  • il patto di unione: compiuto quando un gruppo di cittadini da origine alla società, che capisce che bisogna stare uniti e che non bisogna farsi la guerra gli uni contro gli altri.
  • il patto di sottomissione: con il quale la società che si è formata, si sottomette ad un'autorità superiore .

Per i classici giusnaturalisti, questi due parti sono conseguenziali. Per Hobbes invece, data l'aggressività dell'indole umana dello stato di natura, non è possibile alcun accordo quindi il patto di unione coincide con il fatto di sottomissione. Nel patto di sottomissione, i cittadini danno tutto nelle mani di un sovrano che fa le leggi, ma non è sottomesso alla legge il sovrano può ordinare tutto tranne una cosa: la pena di morte, perché se lo Stato nasce per tutelare la vita, il sovrano non può condannare a morte. Il cittadino quindi, è libero solo nella sfera privata, in cui puoi decidere della sua vita.

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