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kant critica del giudizio

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Tra il mondo fenomenico, di cui si dà scienza, e il regno dei fini, sottratto al determinismo e del tutto libero, c'è eterogeneità, eppure il mondo noumenico (cioè "pensato quale deve essere secondo i dettami della legge morale") deve avere qualche riflesso su quello sensibile affinché la libertà possa attuarvisi. L'attività del giudizio, argomento della Critica del giudizio (1790), deve proprio scorgere questo riflesso del regno dei fini sul mondo fenomenico e lo può fare in due modi: o come "giudizio determinante", o come "giudizio riflettente". Il caso del giudizio determinante è quello del giudizio gnoseologico e morale, in cui è già data una norma universale che permette all'intelletto e alla volontà di "determinare" il particolare, ossia il dato della scienza o l'azione della morale, "sussumendolo" sotto le categorie dell'intelletto o sotto la legge morale (per esempio: la trasformazione dell'acqua in ghiac

kant critica della ragion pratica

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L a Critica della ragion pratica (1788) si propone la ricerca delle condizioni della morale. Nell'uomo è presente una legge morale (definita un "fatto della ragione") che comanda come un imperativo categorico, ossia incondizionatamente. Questa legge del dovere comanda per la sua forma di legge, come norma che prescrive di obbedire alla ragione, e perciò a differenza della "massima" (la regola di condotta individuale) deve essere universale, principio oggettivo valido per tutti: indica come fine il rispetto della persona umana e afferma l'indipendenza della volontà come pure l'autonomia della ragione. "Il dovere per il dovere" indirizza così a quell'ordine morale, "regno dei fini", in cui il valore di un'azione dipende dalla conformità della volontà alla prescrizione della legge morale. Postulati della legge sono innanzitutto e fondamentalmente la libertà (se l'uomo non fosse libero non ci sarebbe moralità), l'immortal

kant critica della ragion pura

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Nella Critica della ragion pura (1781) Kant si propone di sottoporre a giudizio la ragione umana. Per critica della ragion pura intende l'indagine rigorosa della "facoltà della ragione riguardo a tutte le conoscenze a cui può aspirare indipendentemente da ogni esperienza" per stabilire la possibilità o meno di una metafisica come scienza. La conoscenza derivante dall'esperienza è detta "a posteriori", mentre quella indipendente dall'esperienza è chiamata "a priori" e solo essa è universale e necessaria. La conoscenza è composta da una materia (le impressioni sensibili che derivano dall'esperienza) e da una forma (l'ordine e l'unità che le nostre facoltà conferiscono alla materia). La conoscenza scientifica, come opera nella matematica e nella fisica, è una "sintesi a priori", contiene cioè "giudizi sintetici a priori": "sintetico" significa che il predicato aggiunge qualcosa di nuovo al soggetto, e &quo

Hume

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  HUME -L'oggetto della filosofia di Hume è il sapere che l'uomo ha della realtà. Il suo centro dello studio filosofico è l'uomo, da questa scienza dipendono tutte le altre perchè ognuna di essa deve essere studiata dal modo in cui l'uomo organizza la realtà. La sua filosofia si basa sulla critica alle idee astratte legate all'esperienza. -Per Hume bisogna stare attenti a come si usano le parole perchè un uso sbagliato potrebbe portare a realtà diverse. Lo studio dell'uniformità della natura umana si svolge attraverso un metodo induttivo senza fermarsi all'intelletto perche la conoscenza coinvolge tutta la natura umana. LE IDEE -Per Hume l'unica fonte di conoscenza è l'esperienza che si distingue in impressioni e idee. Le impressioni corrispondono ai fenomeni nel momento in cui vengono percepiti, Mentre Le Idee sono il ricordo e possono a loro volta essere Semplici se si riferiscono ad una singola impressione o Complesse se si riferiscono a siste

Locke

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  Locke è considerato il fondatore dell'empirismo inglese, una filosofia moderna che si sviluppa tra 1600 e 1700. Questo pensiero rappresenta l'accordo tra cartenianesimo e rivoluzione scientifica. Dal primo prende la terminologia e i concetti invece dal secondo l'importanza dell'esperienza e il nuovo metodo del sapere). Con l'empirismo l'esperienza diventa la fonte della conoscenza e criterio di verità. Proprio qua emerge la differenza con il razionalismo, l'empirismo pone un atteggiamento critico e limitativo, l'uomo non può accedere a tutti i campi del sapere se non ha le capacità mentali adatte - questa idea si svilupperà in particolare con Hume (ha un indirizzo antimetafisico); mentre Locke non si distaccherà del tutto dalla metafisica. La filosofia di Locke serve ad analizzare il mondo umano. La sua opera Il Saggio sull'intelletto umano sarà uno dei modelli di riferimento per gli illuministi. LA VITA Nacque il 1632 a Wrington, e crebbe

Hobbes

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  Thomas Hobbes è il filosofo e teorico dell'assolutismo. Hobbes nasce il 5 aprile 1588 e vive durante un periodo storico abbastanza complicato soprattutto per l'Inghilterra. Lui stesso si definisce fratello gemello della paura proprio perché nasce da un parto prematuro dovuto alla notizia che l'invincibile armata (la flotta spagnola) avrebbe attaccato l'Inghilterra. Tutta la sua vita sarà segnata dunque da questa paura e infatti in questo periodo, l'Inghilterra combatte la guerra contro la Spagna, da cui la prima esce vittoriosa. Abbiamo poi, le guerre di religione, la morte di Elisabetta I, la guerra dei 30 anni, la guerra civile inglese che finirà con la dittatura di Cromwell e con la decapitazione di Carlo I Stuart. Con la morte di Cromwell, risorge la monarchia con Carlo Il Stuart. I temi principali della filosofia di Hobbes sono due: - il materialismo - l'assolutismo Il materialismo Il materialismo riguarda la prospettiva materialistica. Hobbes afferm

Dal dubbio metodico all’intuizione del cogito

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  Cartesio ritiene che la conquista del sapere non sia né impossibile né difficile se si osservano alcune regole essenziali nella ricerca della verità. Essa è accessibile all'intelletto umano attraverso il  metodo d'indagine  finalizzato alla ricerca della verità nelle "scienze", tenendo conto però che nel latino del Seicento il termine scientia significava "conoscenza". Il fatto che tutti non riescono a raggiungere la certezza della verità non dipende da un limite della natura umana, ma dall'assenza di un metodo corretto. Perciò, visto che la  ragione è per natura uguale in tutti gli uomini , la diversità delle nostre opinioni dipende dal fatto che conduciamo i nostri pensieri per vie diverse e non prendiamo in considerazione le stesse cose. Si capisce, inoltre, che Cartesio attribuisce tutta l'importanza al metodo e alla ragione per il suo  utilizzo pratico delle conoscenze in vista del progresso civile e materiale degli uomini. Cartesio in un pass